E' nato prima l'uovo o la gallina ?
Il che significa domandarsi se l'universo è stato creato da un' entità esterna che molte religioni chiamano Dio o creatore, oppure sia nato da solo.
Al paradosso dell'uovo e della gallina Teodosio di Grecia fornisce la seguente risposta nel settimo capitolo dei saturnalia :
« "È nato prima l'uovo o la gallina?" ...si ritiene, a ragione, che l’uovo sia stato creato per primo dalla natura. Infatti per primo ha origine ciò che è imperfetto e per giunta informe e attraverso qualità e tappe progressive prendono forma le aggiunte (intese come le caratteristiche dell’individuo adulto): dunque la natura cominciò a formare l’uccello da materia informe e produsse l'uovo, nel quale non vi è ancora la specie di animale: da questo a poco a poco ha origine una specie perfetta di uccello in seguito a un progressivo effetto di maturazione. »
Ma questa risposta meramente filosofica non rappresenta la risoluzione alla domanda. Vediamo invece la risposta della scienza moderna :
La scienza risponde "l'uovo" tenendo presente che il primo uovo che avrebbe dato forma alla prima "gallina" potrebbe essere stato prodotto da altre specie capaci di produrre uova, ossia i rettili.
E' infatti noto alla scienza che i primi uccelli sono appunto derivati da alcuni ceppi di rettili. Quindi sarebbe esistito un rettile che avviandosi a divenire uccello e deponendo le uova avrebbe poi dato origine alla prima specie di uccelli i quali diversificandosi avrebbero poi prodotto anche l'uccello a noi noto come la gallina.
Tuttavia la domanda che intendevamo porci è ben più complessa e, quindi, il paradosso della gallina voleva essere solo una metafora della vera domanda che assilla molte menti logiche e atee : l'universo è stato creato ? oppure è nato e si è formato da solo ?
Senza arrivare subito alla cosmogonia, bisogna sapere che gli scienziati hanno risolto anche un'altro importante paradosso chiedendosi se è nato prima il DNA o le Proteine attualizzando l'antica domanda del paradosso della gallina.
Per anni gli scienziati si sono posti la domanda intorno alle proteine e al DNA trovando paradossale che le une potessero esistere indipendentemente dall'esistenza appunto del DNA. La risposta era nell'esistenza dei Ribozomi, ossia enzimi capaci di immagazzinare le proteine e di trasmetterle così come è in grado di fare il DNA.
Tornando al tema della nascita dell'universo, sul piano religioso, la bibbia risponde alla domanda ammettendo la tesi creazionista e quindi la creazione di tutte le cose nella loro forma già matura e definitiva. Alla domanda dell'uovo e della gallina la teologia biblica risponde dunque : "la gallina".
Parlando con alcuni credenti, in particolar modo con un credente che ha studiato la biochimica, egli trova incredibile che nella natura ci sia un ordine tra tutte le cose e, in questo incredibile ordine egli ci vede appunto la Mano del Dio Creatore.
A questo dilemma sulla nascita dell'universo gli scienziati gettano la spugna e ammettono di non avere una risposta.
Eppure, sebbene questa risposta potrebbe essere lontanissima dalla nostra portata, lo stesso potrebbe anche essere semplicissima.
Qui entriamo nel campo delle ipotesi e delle teorie e quindi i lettori sono avvertiti : nulla di quanto verrà enunciato è da prendere come verità incontrovertibile.
La teoria che stiamo per enunciare scaturisce dalla mera osservazione della natura e di tutto ciò che l'uomo ha potuto vedere e conoscere tramite la scienza.
Ogni cosa nell'universo sembra seguire una precisa sequenza aritmetica, diciamo pure geometrica : la sequenza di Fibonacci.
Questa sequenza sembrerebbe interessare tutte le cose esistenti
nell'universo : dalla musica al corpo umano, dalle piante agli animali, dai minerali alle cellule.
Tradotta in forma geometrica questa sequenza darebbe luogo a una spirale, anzi alcuni affermano a molte tipologie di spirali.
Il movimento a spirale sarebbe una sorta di movimento chiave della formazione di tutte le cose nell'universo.
Questo movimento cardine è ripetuto in tutte le cose e in tutti i fenomeni naturali e universali. Si pensi alle galassie a spirale, oppure alla formazione di un pianeta attorno ad un nucleo ( massa ).
Secondo questa tesi tutte le cose quindi giungerebbero a formarsi o disgregarsi a seconda se procedano nell'uno o nell'altro senso.
Questa meccanica dei fenomeni universali preclude che tutte le cose che si formano nell'universo sono destinate anche a dissolversi e trasformarsi in qualcosa d'altro.
Questa trasformazione tuttavia non seguirebbe un ordine disordinato, ma bensì ordinato secondo la "legge di relazione", la quale mette in rapporto influente tutte le cose. Se non ci fosse questa legge di relazione l'universo non esisterebbe in quanto regnerebbe il caos.
Sul piano dell'amore la potremo chiamare "legge di attrazione", ma su quello universale invece la dobbiamo chiamare "legge di relazione obbligata".
Obbligata in quanto il girasole non può fare a meno di volgersi verso il sole così come la marea non può fare a meno di rispondere all'attrazione gravitazionale della Luna.
Non preoccupatevi, non era nostra intenzione formulare alcuna poesia, stiamo semplicemente parlando di questa relazione obbligata.
Ora un teologo credente direbbe : "e allora ?"
intendendo che dietro questa relazione non ci vede necessariamente la negazione dell'esistenza di un Creatore.
Ma uno scettico potrebbe rispondere così : allora l'intero universo potrebbe essere un'entità vivente non creata, in continua trasformazione.
Noi chiamiamo intelligenza il ragionamento umano, ma dimentichiamo che l'intelligenza potrebbe essere un fattore insito nella natura, non necessariamente cosciente di sé. La natura potrebbe essere un'entità che ha in seno l'ordine e quindi dall'ordine nasce anche l'intelligenza e la coscienza di sè. I teologi invece affermano l'esatto contrario : ossia che l'intelligenza, insieme con la coscienza di sé, non sia un risultato, ma la causa di tutto quanto esiste.
Il teologo trova nell'ordine dell'universo la prova concreta dell'esistenza di Dio in quanto entità creatrice e intelligente.
L'ateo trova invece che l'ordine dell'universo sia un fattore sostanziale ed essenziale, insito nella stessa natura universale e, da quest'ordine, nascono tutte le cose ordinate tra cui anche il cervello, i neuroni che relazionandosi con il mondo circostante sviluppano l'intelligenza. In parole povere è l'universo che produce come risultato l'intelligenza e non il contrario. Il teologo invece pone l'intelligenza come causa e l'universo come risultato di essa.
Quella che noi dunque chiamiamo intelligenza non è altro che osservazione dei nostri occhi del mondo che ci circonda trasmessa al cervello, il quale decodificando il mondo riesce a conoscerlo e a comprenderlo. E più l'uomo prende consapevolezza dell'ordine dell'universo e delle sue cose più incrementa la sua intelligenza e la sua consapevolezza. Questa presa di coscienza è dovuta quindi ai nostri occhi che sono il risultato evoluzionistico delle forme di vita sviluppatesi sul pianeta terra.
Finché l'uomo avrà delle domande da porsi sulla natura dell'universo, egli dovrà ammettere la sua ignoranza e i suoi limiti.
L'ateo potrebbe anche affermare che se un Dio esiste, oggi l'uomo non è ancora in grado di vederlo o di relazionarsi con Lui. Questa impossibilità concreta di comunicazione con "l'Entita Suprema" rende l'ateo scettico riguardo l'esistenza di Dio e la risposta dietro questo mistero potrebbe essere molto diversa da quella che si aspettano i teologi.
Anche se a molti credenti, l'universo e tutto ciò che esso contiene, appare essere un disegno "premeditato", nulla potrebbe essere in realtà "premeditato"e tutto potrebbe risolversi nel paradosso del non tempo.
Il paradosso del "non tempo" afferma che il big bang non è stato creato, ma, appunto perchè immerso in una dimensione atemporale, esso esisteva da sempre.
E' una cosa inconcepibile per la mente umana abituata al tempo, ma potrebbe essere proprio questo paradosso la risposta di tutto.
Il tempo sarebbe nato soltanto dall'esplosione del big bang, tale esplosione infatti avrebbe avviato anche la dinamica temporale insieme a quella spaziale.
Il paradosso del "non tempo" afferma quindi che il tempo nasce dalla messa in moto del big bang. Prima di quel momento il tempo era assolutamente inesistente.
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