Buffo che proprio la Bibbia esprima questo concetto, anche se lo fa in toni minacciosi quasi ad indicare all'uomo la sua inevitabile fine.
Eppure dietro questa frase di Genesi 3,19 si nasconde una realtà fisica imprescindibile.
Il fatto che tutto é composto da particelle pressoché invisibili che gli antichi filosofi chiamavano elementi e che noi chiamiamo atomi.
Insomma che tutto si sviluppi dalla polvere e poi inevitabilmente per legge fisica ritorni ad essere polvere, ossia materia primordiale.
Altrettanto inevitabilmente la Bibbia esprime, non un concetto soprannaturale, ma scientifico, ammettendo che l'uomo parimenti a tutto il resto nasce dagli atomi e non dalla creazione.
E quando il Signore dice ad Adamo di essersi accorto della sua nudità, non fa altro che ammettere un' altra verità scientifica. Nel regno animale é soltanto l'uomo che può dirsi nudo appunto perché ha imparato un linguaggio fatto di parole per indicare ogni cosa. Lo sviluppo del linguaggio non é certo nato in un giorno, ma attraverso un lungo processo cognitivo ed evolutivo della specie umana.
Niente a che vedere con la strumentale vergogna per la nudità, madre di tutte le sessuofobie.
Molto a che fare invece con l'ammissione implicita di un uomo figlio della terra piuttosto che figlio della metafisica.
Forse é proprio questa reale origine che l'uomo non dovrebbe dimenticare per capire chi è e che posto occupa nella natura.
Se nasce dalla terra é fortemente da essa che egli dipende e non risulta per nulla signore di tutte le cose come erroneamente sostiene la Bibbia. Se infatti l'uomo dovesse negare il suo ambiente finirebbe per negare la sua stessa esistenza o quantomeno finirebbe per snaturarla oltremodo da renderla irriconoscibile. Ciò non può non farmi venire in mente un episodio del film Dreams di Kurosawa nel quale l'uomo aveva talmente snaturato l'ambiente e la natura a causa di un conflitto nucleare da rendere la terra un inferno invivibile ed infelice.
Ciò che l'uomo non deve dimenticare, anzi, tutta l'umanità, é dunque la sua origine naturale, poiché distaccarsi da essa può equivalere ad un volo infelice verso il non senso della estrema snaturalizzazione.
Allora l'uomo rivestito di fanatismo religioso o tecnologico potrebbe accorgersi di aver estremo bisogno di quella antica nudità, antica si, ma reale vitale ed erotica. Perché solo dall'eros nasce la vita, tutto il resto é infelice finzione.
É sicuramente l'unica cosa che non ha del peccato é la nudità umana, ed anzi essa continuamente ci declama affinché non ci allontaniamo da ciò che invero siamo : esseri nudi ed erotici.
La nostra vergogna checché ne dica la Bibbia dunque, sta proprio nel nostro estremo vestirci con tutte quelle maschere che non siamo e con tutte quelle menzogne che hanno portato a disconoscere la nostra reale natura.
Eliminando la condanna biblica si ha il naturismo e quindi l'assenza dell'inutile sentimento della vergogna di fronte la nudità.
Forse gli uomini la smetterebbero di vestirsi troppo e riscoprirebbero la loro vera origine.
Rendendosi metaforicamente nudi, giungerebbero a gettare al vento tutti gli idoli e le idolatrie. Scomparirebbe così quel narcisismo indelebile fatto di prevaricazioni dell'uomo sull'uomo perché abbiamo tutti un'epidermide nuda.
Mi rendo conto dell'utopia, perché ci sarà sempre lo sfigato che per nascondere la sua sfiga ha bisogno di inventarsi il vestito dell'impostura.
Così credo che siano nate e nacquero molte religioni ed idolatrie.
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