venerdì 1 marzo 2013

LA QUARTA DIMENSIONE




Giacomo Leopardi nello Zibaldone parla del termine superstizione. Quando l'uomo presuppone di poter guardare oltre la visione comune delle cose, di conoscere una realtà superiore e dall'alto di questa sapere anche il futuro, il destino degli uomini, del mondo e di tutto.
Questo individuo sarebbe insomma un presuntuoso e un millantatore, proprio perché presume di sapere e vedere cose che gli altri non vedono.
Leopardi fa rientrare nella sfera delle superstizioni anche le religioni. Egli stesso era stato un credente cristiano, ma poi era divenuto ateo in seguito ad una presa di coscienza data dallo studio della storia dell'uomo. Studiando la storia aveva scoperto come nascevano certe religioni e di conseguenza anche certe superstizioni.
Senza dimenticare che ogni cultura e religione ha sviluppato propri metodi di "divinazione", ossia quella pratica basata sulla presunta capacità di ottenere informazioni inaccessibili da fonti "soprannaturali". La superstizione sarebbe comune quindi sia al mondo religioso che a quello culturale.
Nel mondo non religioso chi pratica la divinazione è chiamato "indovino", in quello religioso invece "profeta".
Sostenere che la profezia sia divinazione davanti ad un credente, significa sentirsi rispondere che le profezie sono reali e confermate dalle sacre scritture. Chiunque di noi ha maneggiato una bibbia sa benissimo infatti che le profezie dei profeti si sono poi verificate nelle pagine successive. Uno scettico tuttavia ribadirebbe che si tratta soltanto di coincidenze, che è facile far coincidere fatti posteriori con cose dette a priori.
Chi ha profetizzato la venuta del Messia è stato creduto da alcuni e non da altri. Per altri infatti il Messia dovrebbe ancora manifestarsi nella sua venuta.
La divinazione è vista dallo scetticismo scientifico come una pseudoscienza per via dell'assenza della causalità dimostrabile tra il segno premonitore e il risultato previsto.
Eppure questo scetticismo non basta a coprire certi fenomeni che di fatto si realizzano e sfidano le normali leggi della fisica e della logica. Come a suggerirci che chi è affezionato troppo alla logica alla fine vede il mondo soltanto parzialmente.
La scienza infatti avrebbe ragione da vendere ammettendo che esistono soltanto tre dimensioni, ma se un giorno si scoprisse concretamente l'esistenza della quarta, il gioco per gli scettici si farebbe duro. Se poi si scoprisse che questa quarta dimensione ha dei punti di contatto con le altre tre si spiegherebbero quei fenomeni che sono oggi apparentemente inspiegabili.
I primi ricercatori della quarta dimensione ritengono di averla individuata nel fattore TEMPO. Essendo il tempo una dimensione relativa e cangiante al contrario di quanto si pensa, l'uomo non sarebbe soltanto un essere capace di percepire il presente, ma all'occorrenza anche il passato e il futuro.
Karl Gustav Jung ad esempio parlava della sincronicità degli eventi ammettendo implicitamente che esiste una quarta dimensione nella quale passato, presente e futuro coincidono o possono coincidere.
In virtù di questa osservazione egli riteneva di rendere spiegabili i sogni premonitori o quegli incredibili eventi sincronici che noi tutti chiamiamo coincidenze. Ovvero egli esaminava proprio la natura delle coincidenze andando oltre il fatto di ritenerle scontate. Egli si chiedeva insomma se le coincidenze non obbedissero ad una legge presente nell'universo, quella stessa legge che spiegherebbe ad esempio perché si formano i pianeti, le galassie, la vita e tutto ciò che trova aggregazione e formazione nell'universo.
La coincidenza secondo questa tesi non sarebbe affatto un fenomeno scontato, ma un fenomeno importantissimo al fine della formazione di tutte le cose. La scienza la chiamerebbe magnetismo o massa, ma la scienza non ha considerato che esiste un magnetismo anche per le cose assai meno materiali, come il pensiero, il tempo, le emozioni.
Per questo abbiamo definito sopra che la scienza rischia, con la sua estrema razionalità, di avere soltanto una visione parziale delle cose.
La scienza avrebbe ragione se la quarta dimensione, ossia quella meno tangibile e meno materiale, non esistesse. In questo caso la scienza si, avrebbe pienamente ragione.
Ma se un giorno l'uomo provasse che anche le emozioni e il tempo hanno una consistenza sul verificarsi dei fenomeni tutti ed, Einstein era implicitamente aperto a questa ipotesi, si aprirebbe per gli uomini tutti un nuovo importante terreno tutto da esplorare.
Alcune ricerche che oggi scatenano soltanto ilarità negli scettici, sarebbero allora viste sotto un'ottica diversa e seria. Gli ORB che gli scettici ad esempio ritengono siano soltanto riflessi ottici dovuti all'obiettivo, potrebbero invece essere qualcosa che ancora non comprendiamo semplicemente perchè appartiene ad un altra dimensione. Se avessimo involontariamente trovato un modo per fotografare la quarta dimensione ?
Tutti gli scienziati sanno che la vista, come anche l'udito dell''uomo, sono limitate entro determinate frequenze. Se al di là di queste frequenze esistesse un mondo di luce e di suoni appartenenti alla quarta dimensione ?
Se riuscissimo a costruire una macchina capace di andare molto al di là di certe frequenze della luce, probabilmente, grazie a questa macchina in grado di renderle visibili, ci verrebbero restituite le immagini di quella dimensione sconosciuta.
Diamo per scontato di sapere già tutto quello che possiamo sapere, esattamente come facevano gli uomini del medioevo, nessun uomo medievale immaginava ad esempio che esistessero i microrganismi, eppure oggi tutti sappiamo che esistono.
Il microscopio ci ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevamo, quello piccolissimo del microcosmo.
Ma forse l'opera non è finita, forse all'uomo di oggi manca quella macchina che sa vedere oltre le tre dimensioni, che sa indagare nello spazio tempo e vedere anche gli altri spazi-tempo.
Quando l'uomo costruirà questa macchina, quello che oggi definiamo impossibile, giungerà domani a cambiarci radicalmente. Quella macchina infatti scatenerà un' importante rivoluzione per l'uomo.
Se fino ad allora l'uomo pensava che le direzioni da esplorare fossero soltanto quelle del cosmo e del microcosmo, quel nuovo ricercatore saprà che esiste una nuova direzione mai esplorata : la quarta dimensione.

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