Questa fobia è stata inventata ad arte e non crediamo di risolverla con risposte semplicistiche. Si tratta infatti di una fobia molto antica, ancestrale, che nasconde in realtà, non una, ma molte paure.
Per cominciare con la paura del buio o della propria ombra, ingigantita all'occorrenza da un lampione mentre si rientra da soli di notte. La paura del buio che ci investe da bambini prende forma e diventa all'occorrenza il "Babau" di Dino buzzati. Ma questa è una figura tenera che non vuol nuocere a nessuno.
Il Babau di Buzzati è piuttosto un ingombrante presenza paciosa che, scambiata per minaccia, viene uccisa ingiustamente dagli uomini che non sono stati capaci di comprenderla. Vera metafora di tutti quegli incubi che diventano realtà ogni volta che l'uomo non li sa ascoltare e interpretare.
Altra maniera per dire che " il sonno della ragione genera mostri", frase molto cara a Francisco Goya, il quale di orrori e mostruosità ne aveva viste fin troppe nella sua spagna "napoleonica".
Il nero si sa, camuffa, nasconde, è metafora del mistero, dell'ignoto e del crimine. Il nemico numero uno di Topolino non a caso è "macchia nera".
Ma nero è anche il fondo di un pozzo, di una voragine, come nera è la bocca del predatore, del mostro che divora e che cela l'incubo della fine oltre le fauci.
Sono gole mortali nelle quali si sprofonda per non fare più ritorno.
Le gole hanno sempre fatto paura agli uomini fin dalla preistoria, quando non conoscendole ci cadevano dentro. E le grotte erano piene di queste gole carsiche profondissime delle quali non si vede il fondo e dalle quali, una volta caduti, mai più si riemerge.
Non è un caso che l'inferno è stato immaginato come un luogo sotterraneo, una specie di gola nella quale si sprofonda per sempre.
Chi ha inventato questo luogo di dannazione lo ha fatto ad arte. Aveva abbastanza cultura per fare appello ad una paura ancestrale dell'uomo.
La religione cristiana avverte l'uomo che non cammina sulla retta via, che la sua condotta lo farà cadere in questa gola eterna. Ma dimentica di dire che questo spauracchio della gola non è altro che un parallelismo. Se l'uomo preistorico non si avvedeva della gola carsica, anche l'uomo moderno che cammina imprudentemente cadrà prima o poi in qualche grosso guaio.
Ma mettere paura facendo riferimento al solo piano materiale non sarebbe bastato per attrarre milioni di persone alla fede. (Le religioni si nutrono delle paure ancestrali dell'uomo facendo leva soprattutto sulla morte ).
Allora bisognava inventare un luogo immateriale, un luogo di caduta eterna, come se la morte non fosse già una caduta per sempre.
C' è sempre stato un gran bisogno dei mostri per mettere paura agli uomini e ai bambini.
Ancora oggi la chiesa parla del diavolo per mettere in guardia dalle tentazioni del male, spostando così la responsabilità del male su un essere che ci tenta e non su noi stessi.
Il male in realtà nasce in noi a motivo di qualche lacuna, di qualche istinto che non siamo riusciti a domare e a sublimare. Il diavolo fa comodo, è una figura ottimale per scaricare su di lui tutte le nostre colpe e mancanze.
Basterà essere benedetti, confessati e tutto scomparirà come per magia. L'indulgenza plenaria che cade come una provvidenza sui peggiori serial Killer mafiosi, gli stessi che andando in chiesa, con una preghiera credono di cancellare tutti i delitti più atroci.Ma chi ha un po di cultura sa che il diavolo con le corna non esiste e se indaga un po nell'iconografia scopre subito chi é :
Il Dio Pan
Alcuni sostengono tuttavia di aver visto e addirittura fotografato delle figure nere che si aggiravano per la casa. Sono noti come "spettri ombra" e un nostro conoscente ne ha fotografato uno mentre soggiornava in un Hotel umbro.
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