lunedì 1 giugno 2015

IL VULCANO DEI COLLI ALBANI




Vulcano mio che stai sulla collina, quiesciente come un vecchio addormentato




Dagli anni 60 fino ad oggi lo specchio lacustre ha registrato un abbassamento di 10 metri pari a 60 miliardi di metri cubi di acqua. Ma dov'è finita tutta quest'acqua ? 
Nel 1983 il lago arrivava quasi a ridosso della strada principale costiera. Oggi c'è perfino la spiaggia.
Facendo un rapido calcolo matematico, non è chiaramente possibile attribuire questo significativo abbassamento alla sola attività di prelievo umano e urbano.
Si è infatti calcolato che per far fuori 60 miliardi di metri cubi di acqua i 2.800.000 abitanti di Roma ci impiegherebbero 100 anni. Ne sono trascorsi solo 50 e poco più. Il che significa che almeno la metà dei metri cubi si è probabilmente dispersa nel sottosuolo lacustre. Insomma siamo responsabili soltanto al 50 per cento. E se tutta quest'acqua che se ne va nel sottosuolo, probabilmente nel versante verso monte cavo, entrasse un giorno nella camera magmatica, cosa potrebbe succedere ? Non osiamo nemmeno immaginarlo, perchè si sa che acqua e fuoco non vanno d'accordo e il loro drammatico incontro sarà soltanto dirompente. Tuttavia questa è soltanto una remota ipotesi, perchè non si sa in realtà se quanto considerato potrà avvenire di certo. E' soltanto una possibilità. 
Quindi niente allarmismi ! 



L'unica cosa certa è che non si tratta di un vulcano spento, 
come dimostrano le realtà che lo circondano : basti andare a farsi un giro nella solfatara di Pomezia per rendersi conto che l'area su cui vivono gli abitanti dei castelli romani è un area vulcanica a tutti gli effetti.



In quanto tale non mancano i fenomeni ad essa legati : come nocivi, se non letali, flussi di gas ; vere e proprie mini eruzioni molto pericolose per gli esseri viventi animali, vegetali e umani. Qualche hanno fa il gas ha fatto fuori un pastore, e anche un gatto, quest'ultimo presso la cava dei selci a Marino.




Che il vulcano laziale sta solo dormendo ce lo dimostra anche con una certa attività sismica, ultimamente poco significativa, ma che nel 1806 raggiunse il valore di 5.6 della scala Richter.
Fino al 398 avanti cristo il lago aveva la strana abitudine di esondare e di creare un vero tsunami di fango sulla piana dell'attuale Ciampino. Proprio per evitare questi tsunami, gli antichi romani realizzarono l'emissario con lo scopo di abbassare artificialmente il livello dello specchio lacustre, in maniera da evitare nuove fuoriuscite.
Insomma, questo lago non è morto, è vivo e vegeto. Secondo i vulcanologi esso si trova in una fase di quiescenza destinata prima o poi a finire dando origine ad una nuova fase eruttiva. Intanto, durante questa fase dormiente, il gigante si prepara per tornare a dare spettacolo, chissà quando !
Dormiente per modo di dire appunto perché come appena detto si prepara, ovvero è in continuo mutamento geofisico per dirla in linguaggio scientifico.
Questo mutamento in corso è suggerito dal sollevamento di tutta l'area di 7 mm all'anno.
Tutte cose che trovate scritte su vari siti di geofisica e che qui vi sto riportando con estrema sintesi. 
Comunque personalmente non mi allarmerei troppo. Non siamo gli unici a essere seduti su vere bombe geologiche ad orologeria, in fondo la terra ci sta permettendo di vivere in un periodo di relativa quiete geofisica.
D'altronde anche i napoletani dovrebbero emigrare in massa per via del Vesuvio, eppure non lo fanno. Il fatto di vivere presso dei vulcani appartiene alla civiltà umana da millenni. Il motivo non è soltanto una questione di ignoranza, ma una questione di tempi diversi. I fenomeni geofisici obbediscono ad una cronologia subdola e poco prevedibile, dando l'impressione che un luogo sia sicuro e ospitale. I lunghi tempi di pace permettono a piante, animali e esseri umani di proliferare tranquillamente, finché il vero "padrone" del luogo non torna a farsi sentire con tutta la sua drammatica presenza.
Ogni tanto uccide un gatto, una pianta, un boschetto, alcuni pesci. Ma poi arriva il giorno che non ce la fa più a tenersi nel grembo della terra, arriva il giorno in cui ha bisogno di sfogarsi con tutta la sua potenza al di fuori di essa, tornando a dimostrarci quanto siamo precari su questo pianeta.
La terra ci ha partorito e la terra ha il potere di inghiottirci !
Dalle fauci della terra siamo nati e nelle fauci della terra ritorneremo !
E' l'enorme ciclo della natura alla quale non possiamo sottrarci.