giovedì 29 agosto 2013

LE DONNE AI TEMPI DI GIOVENALE

DALLA VI SATIRA :Per correggere la pazzia di un amico che vorrebbe sposarsi, nonostante Roma offra innumerevoli modi di suicidarsi, Giovenale descrive a quali abissi di corruzione le donne siano ormai giunte, sedotte dagli esempi della malsana letteratura greca e dal desiderio di apparire sofisticate; del resto come si può restare pudiche quando ai tempi di Claudio, la corruzione lordava lo stesso letto imperiale? Ma la disapprovazione si estende a tutte le donne che non rispettino il modello ideale della matrona dei tempi della repubblica, quindi anche alle donne troppo colte o desiderose di avere un ruolo nella società.






 tutta la società romana del suo tempo è bollata con parole di fuoco. Così i rampolli debosciati dell'aristocrazia, privati del potere sono dediti a tutti i vizi importati dall'oriente quasi a tenerli in soggezione. Allo stesso modo la plebe si mantiene imbelle pascendola e offrendole spettacoli gladiatori e corse (la celeberrima espressione panem et circenses è proprio di Giovenale). Le donne, che sono ormai emancipate e aspirano ad altri ruoli piuttosto che alla filatura della lana nella domus del marito o del padre, sono viste come in preda ad una vertigine di ninfomania, che culmina nel celebre ritratto diMessalina/Licisca nella sesta satira.


E' SEMPLICEMENTE INCREDIBILE COME LA CORRUZIONE DEI COSTUMI FEMMINILI NON SIA POI TANTO DIVERSA DA QUELLA ODIERNA. IN FONDO ANCHE NELLA NOSTRA ATTUALITA' MOLTE DONNE TRADISCONO IL VALORE DELLA FAMIGLIA PER DARSI AL PIACERE DELLA NINFOMANIA. ALTRE UTILIZZANO IL PROPRIO CORPO PER AVERE AVANZI DI CARRIERA O PER ORDIRE "STRAORDINARIE" STRATEGIE "MATRIMONIALI" CON LO SCOPO UNICO DI RICAVARNE UN VANTAGGIO PERSONALE A DANNO ALTRUI.



IN QUEST'ALTRA FRASE CHE VI RIPORTIAMO TROVIAMO CHE IL MESTIERE DEL GIGOLO' NON APPARTIENE ESCLUSIVAMENTE ALLA NOSTRA EPOCA : un Amico che decide di abbandonare la pericolosa e corrotta Roma (III), un ritratto vivido e umoristico di un povero gigolo, Nevolo, dedito a sollazzare nobili invertiti e le loro vogliose matrone, che si lamenta del suo destino e anela a un'impossibile "redenzione" 
  • IX Incontriamo un bizzarro personaggio, Nevolo, un gigolo che si guadagna da vivere soddisfacendo gli appetiti dei ricchi e all'occasione delle loro mogli. Si lamenta comicamente della propria condizione soggetta agli sbalzi d'umore dei suoi "patroni", e vagheggia un improbabile mutamento di fortuna



ANCHE I MESTIERI E LE ARTI SONO IN DECADENZA : GLI SCRITTORI SI TROVANO SENZA MECENATI O A DOVER COMPORRE OPERE FIN TROPPO SERVILI DELL'ARISTOCRAZIA CORROTTA, E ANCHE GLI ALTRI MESTIERI COLTI COME L'AVVOCATO, L'INSEGNANTE, LO STORICO, SONO ANNICHILITI DALLA DECADENZA. CHE STRAORDINARIA COINCIDENZA CON LA NOSTRA ATTUALE CRISI CULTURALE, MORALE ED ECONOMICA :

 VII La decadenza delle arti e della letteratura è legata alla crisi dei costumi: Chi vuol declamare deve affittarsi le sedie per gli spettatori, Stazio deve vendere un suo poema inedito ad un mimo, perché non c'è più un Mecenate. Inutile anche cercare la gloria come storico, avvocato, maestro di declamazione; la sola speranza ormai è nell'intervento dell'Imperatore Adriano.
CI SI PUò VERAMENTE DIVERTIRE A CONSTATARE ALTRI PARALLELISMI LEGGENDO LE SATIRE DI GIOVENALE. PER ESEMPIO è STRAORDINARIO CONSTATARE COME LA CRISI AGRARIA COINCISE CON L'AUMENTO DEL GIOCO D'AZZARDO, DEI VIZI E DELL'OZIO.
SEMBRA PROPRIO CHE OGNI VOLTA CHE IL POTERE PROMUOVA UNA SOCIETà DECADENTE, IL POPOLO COMINCI A MANIFESTARE TUTTI GLI ELEMENTI DI UNA SOCIETà DECADENTE.
IL GIOCO DELLE BIGHE NON ERA DA MENO DELLA ODIERNA TV NEL DISTRARRE LE MENTI, E LO SAPEVA BENE ANCHE QUELL'IMPERATORE CHE FECE COSTRUIRE IL COLOSSEO.
NELLA ROMA DI GIOVENALE C'ERA ANCHE L'USANZA DI VENDERSI IL VOTO, ED ERA IL SEGNO DI QUANTO LA ROMA REPUBBLICANA NON POTEVA SPERARE DI RISOLLEVARSI DOPO CHE SI ERA AFFERMATA LA ROMA IMPERIALE.
QUELLA DESCRITTA DA GIUNIO G. è UNA SOCIETà FATTA DA INGORDI DI TUTTE LE CLASSI, DAL PIù RICCO AL PIù POVERO.
LE DONNE NON ERANO DA MENO DEGLI UOMINI : LE MATRONE SI FACEVANO SOLLAZZARE DAI GIGOLò ALMENO QUANTO I MARITI AMAVANO INTRATTENERSI NEI POSTRIBOLI.
OGGI LE CHIAMEREMO COPPIE "APERTE", MA GIOVENALE NON MANCA DI DESCRIVERE LE STRATEGIE FEMMINILI PIù MESCHINE NONCHè FATALI. ALCUNE DI QUESTE MATRONE PER INTASCARE I SOLDI DELLA VEDOVANZA AVVELENAVANO I PROPRI MARITI.
NON MANCA NEMMENO IL "DIVISMO" : OVVERO QUEL MODO DI ANDARE PAZZE DELLE DONNE PER CERTI "DIVI" ALLORA RAPPRESENTATI DAI GLADIATORI CHE SI ERANO PROCURATI LA POPOLARITà DENTRO LE ARENE.
LA FILOSOFIA DELLO STOICISMO, VERA ANTESIGNANA DELL'AFFERMARSI DEL CRISTIANESIMO, ERA UNA FILOSOFIA IDEALE PER IL POTERE CORROTTO :
INFATTI LO STOICISMO NON CHIAMAVA ALLA LOTTA  ATTIVA CONTRO L'INGIUSTIZIA. PIUTTOSTO SI LIMITAVA AD INSEGNARE UNA RESISTENZA PASSIVA RACCOGLIENDOSI NELLA VITA INTERIORE. CIò SI TRADUCEVA INEVITABILMENTE NELL'INDIVIDUALISMO PIù BECERO. DATO CHE LA SALVEZZA SI TROVAVA NELL'INTIMO DELL'UOMO NESSUNO CREDEVA DI DOVERLA CERCARE FUORI DI Sè.
E SICCOME LO STOICISMO PROMETTEVA LA SALVEZZA COME PREMIO DOPO LA MORTE  PER LA SOFFERENZA SOPPORTATA IN VITA, NESSUN SOFFERENTE CERCAVA DI EMANCIPARSI DELLA SOFFERENZA DURANTE LA PROPRIA ESISTENZA.
QUANDO DURANTE IL QUARTO SECOLO, IL CRISTIANESIMO SI AFFERMò COME RELIGIONE DI STATO LA MENTALITà AL SACRIFICIO INTIMO E PERSONALE ERA GIà PRESENTE NELLA POPOLAZIONE IN VIRTù DELLA FILOSOFIA STOICA.

GIOVENALE POTRà APPARIRE IN TUTTA ONESTà UN VERO MASCHILISTA, IN QUANTO NON AMMETTE CHE LE DONNE POSSANO RIVESTIRE CERTI RUOLI. SINCERAMENTE L'UNICA COSA INCONTESTABILE DEL FEMMINISMO MODERNO STA PROPRIO IN QUESTA EMANCIPAZIONE. NON è PENSABILE IN UNA SOCIETà MODERNA CHE LE DONNE SIANO ESCLUSE DA CERTI RUOLI.
TUTTAVIA GIOVENALE DESCRIVE ANCHE UN EMANCIPAZIONE NEGATIVA, UN EMANCIPAZIONE CHE RECA SOLTANTO DANNO, NON SOLTANTO AGLI UOMINI, MA ALLE DONNE STESSE, QUANDO QUESTA DIVIENE MEZZO PER RECARE DEL MALE .
LA NINFOMANIA DELLE ANTICHE MATRONE ROMANE ERA UN GIOCO PERVERSO CHE RICADEVA NEGATIVAMENTE SUI MARITI, SUI PARENTI, SUI FIGLI.
EVIDENTEMENTE EMANCIPAZIONE NON PUò FAR RIMA CON SREGOLATEZZA E MANCANZA ASSOLUTA DELLE REGOLE.
GIOVENALE è FIN TROPPO CHIARO NELLO SPIEGARCI QUANTO L'ADULTERIO FEMMINILE SIA FONTE E, NON POCO, DI AUTENTICI DRAMMI FAMILIARI : QUANDO L'EMANCIPAZIONE DIVIENE IN REALTà UN AUTENTICO STRUMENTO DI FRODE NEI CONFRONTI DELL'UNIVERSO MASCHILE .
A TINTE FOSCHE EGLI CI DESCRIVE ANZI, CHE MOLTO SPESSO FINISCE PER DIVENTARE STRUMENTO DI MORTE PER TUTTE LE VITTIME CHE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI CADERE IN QUEL GIOCO PERVERSO.
VERA UTILIZZATRICE DELL'ARTE DELLA SEDUZIONE, ELLA è CAPACE "DI FAR COSE BEN PIù GRAVI DELLA SEMPLICE LUSSURIA QUANDO è PRESA DAL FURORE DEL SESSO"
CI DESCRIVE DONNE CHE GRAZIE ALLA BELLEZZA E ALLA SEDUZIONE SI SONO EMANCIPATE DALLA POVERTA' INGANNANDO UOMINI RICCHI E AVIDI, MA ALTRETTANTO INGENUI.
SAPENSO DI NON ESSERNE MAI STATE INNAMORATE LI HANNO POI AVVELENATI PER DIVENIRNE BENESTANTI VEDOVE. QUANDO I FIGLI SE NE ACCORGEVANO, ANCH'ESSI CADEVANO VITTIME DELLA MADRE.
QUESTA ALLE VOLTE, SE SCOPERTA DALLE AUTORITà, AVEVA PERFINO LA SFACCIATAGINE DI ACCUSARE DELL'AVVELENAMENTO I SUOI STESSI FIGLI CHE NON SE STESSA.

VIEN VOGLIA DI TROVARVI UN QUALCHE PARALLELISMO CON QUEI CASI DI DIVORZIO IN CUI LE MADRI, MA ANCHE I PADRI UTILIZZANO I FIGLI COME ARMA PER ANDAR CONTRO L'ALTRO.
IN FONDO LE MADRI FACENDOLO VANNO CONTRO I PROPRI FIGLI PASSANDO SOPRA AD OGNI AMORE PER QUESTI.
E FORSE LA NOSTRA SOCIETà è FIN PEGGIORE, IN QUANTO NEL GIOCO PERVERSO DI ANDARE CONTRO I FIGLI CI SI METTONO ANCHE I PADRI.
COME A DIRE CHE NEL GIOCO DELLA PERVERSIONE E DELLA DECADENZA MORALE NON CI SIANO FINITE SOLTANTO LE DONNE, MA PARIMENTI ANCHE GLI UOMINI, PER CUI SONO DA RITENERE EGUALMENTE RESPONSABILI DELLA STESSA MEDESIMA DECADENZA.
QUINDI, CONSIDERANDO INESCUSABILI ENTRAMBE I SESSI , SIAMO DAVVERO RIUSCITI A BATTERE IN DECADENZA ANCHE I NOSTRI AVI ? 

sabato 24 agosto 2013

LA MAFIA DEVE ESSERE DISTRUTTA

La mafia deve essere distrutta : ci sono troppi interessi.
Troppi omicidi, troppi loschi affari, troppi rifiuti tossici e quindi troppo, veramente troppo dolore.
la mafia deve essere distrutta e se non lo faremo noi ci penserà lei a distruggerci, perché la mafia a parte un beneficio iniziale di pochi alla fine si tradurrà nella catastrofe mondiale delle moltitudini.

Ripeto SOS SOS SOS , C'è QUALCUNO IN ASCOLTO !

la mafia deve essere distrutta !

LA POLIZIA deve essere mondata dalla corruzione

LO STATO deve essere mondato dalla corruzione

LA SOCIETA' CIVILE deve tornare ad essere civile e quella corrotta deve essere mondata.

Chi la monderà SE LO STATO è assente e la polizia è corrotta ?

SE TUTTI NON FANNO ALTRO CHE DISTRUGGERE IL GIARDINO ALLA FINE IL GIARDINO SARA' SENZA VITA E ALLE CAVALLETTE UMANE NON RESTERA' CHE LA MORTE.



I NICHILISTI NON ASPETTANO ALTRO CHE QUESTO EVENTO FINALE SI REALIZZI.

EPPURE C'è ANCORA QUALCUNO CHE NON DESIDERA LA MORTE DEL MONDO,
C'è ANCORA QUALCUNO ANCORA SANO MENTALMENTE DA NON PROVARE DENTRO DI SE' IL SENTIMENTO ASSURDO E NERO DEL NICHILISMO NOVECENTESCO E SPERA CHE GLI UOMINI RINASCANO NELLA COSCIENZA.


C' è ANCORA QUALCUNO CHE VUOLE CREDERE ANCORA ALLA VITA

C' è ANCORA QUALCUNO CHE VUOLE CREDERE ANCORA ALL'ONESTà

IN QUESTA CIVILTà DECADENTE NEI VALORI

C'è ANCORA QUALCUNO CHE VUOLE CREDERE CHE L'UOMO NON PUò RIDURSI 
AD UNA STUPIDA, OTTUSA, BIECA, DIVORATRICE, AFFAMATA, CAVALLETTA ?

C'è ANCORA QUALCUNO CHE VUOLE ESSERE LABORIOSO COME UNA FORMICA.

C'è ANCORA QUALCUNO CHE SA COSTRUIRE INVECE DI DISTRUGGERE

ARRICCHIRE INVECE DI PORTARE MISERIA

PRENDERE CONOSCENZA INVECE DI GIACERE NELL'IGNORANZA.

IN REALTà OGNUNO DI NOI PUò SCEGLIERE DI NON ESSERE PIU' UNA CAVALLETTA.


sabato 10 agosto 2013

LA VERITà NON è Nè UNA Nè SEMPLICE

Esistono le verità assolute nell'universo ?

No, non esistono e non possono esistere perché l'universo si esprime secondo la diversità.
Questa diversità è tale che ogni cosa che si viene a formare e a creare nell'universo non è mai uguale a se stessa, al massimo potrà essere simile.
Non esiste quindi ad esempio una tartaruga uguale ad un altra tartaruga, come non esistono due gemelli perfettamente uguali. Sandro e Roberto ad esempio sono due gemelli praticamente identici a prima vista, eppure sono due persone distinte una dall'altra. Una si chiama Sandro, tanto per cominciare e, l'altra si chiama Roberto.
L'occhio ci inganna, li potremmo scambiare l'uno per l'altro per l'incredibile somiglianza che i due gemelli riportano fin dalla loro nascita. Eppure Sandro resterà diverso da Roberto nella sua individualità irripetibile.
Tanto per cominciare Sandro è più introverso del fratello e anche un po più timido. Sandro ha sposato Laura mentre Roberto ha sposato Giovanna. La loro esistenza rimane diversificata in più di un'aspetto.
Come mai Sandro non si è innamorato di Giovanna ? I due pur essendo identici hanno scelto ognuno una propria compagna.
Giovanna inoltre è una ragazza di colore e invece Laura è una ragazza italiana.
Perché Roberto ha scelto una ragazza di colore se suo fratello gemello ha scelto una ragazza italiana ?

E' davvero quasi impossibile trovare verità assolute nell'universo.
Le classi, le categorie, sono soltanto fumo negli occhi di chi non sa guardare oltre. Rassegnatevi assolutisti, l'universo si muove nel senso del relativismo universale.

Prendiamo ad esempio i colori che tanto sono menzionati da coloro che sostengono l'esistenza di verità assolute.
Prendiamo un colore come ad esempio il rosso. Tutti quanti possiamo constatare che il rosso è rosso. Questa sembrerebbe una verità assoluta. Il rosso è rosso e non è di un altro colore.
Eppure dovremmo iniziare ad escludere i daltonici e i ciechi. Per entrambe il rosso ha scarso significato giacché non potrà essere percepito.
I daltonici lo vedono verde mentre i ciechi che lo sono dalla nascita non lo hanno mai visto. Non per questo vivranno una vita meno completa di coloro che hanno potuto vedere il colore rosso. Anche loro mangeranno di gusto un pomodoro pachino anche se non sanno di che colore è.

Gli assolutisti invece avrebbero accettato soltanto quella umanità in grado di vedere il rosso mentre avrebbero escluso tutti coloro a cui non è data questa possibilità.
Il relativista invece pensa che non è così importante sapere che cosa è il rosso se poi resta il fatto del poter gustare il pomodoro pachino con lo stesso entusiasmo di chi ne può sperimentare anche il colore.
Per un cieco totale quel pachino può anche essere blu, rimane il fatto che al suo palato risulterà dolce lo stesso.
Per lo stesso motivo un omosessuale che ama una persona dello stesso sesso sperimenterà la stessa felicità dell'eterosessuale che ama una persona di sesso diverso.
Per lo stesso motivo Roberto prova lo stesso piacere a stare con Giovanna, ragazza di colore, parimenti a suo fratello Sandro che intrattiene invece una relazione d'amore con una ragazza italiana.

Eppure chi ama vedere la realtà suddividendola per categorie, ama le generalizzazioni e ama fare distinzioni che oltre a divenire inopportune possono nascondere un certo grado di pericolosità.
Possono nascere spesso quei luoghi comuni atti ad etichettare quella determinata categoria sociale o quel determinato gruppo etnico.

Nascono così le colpe degli innocenti soltanto perché portano quel colore della pelle o osano innamorarsi di un partner dello stesso sesso.

O peggio vedono la perversione dove la perversione non c'è. La vedono necessariamente negli omosessuali e la vedono nelle etnie del terzo mondo definendole portatrici di sottosviluppo. Sono altrettanto allergici ai portatori di handicap, ai ritardati, agli "involuti" come essi li definiscono e non considerano quanta umanità e sensibilità può esserci dietro queste persone meno fortunate di chi è dotato di intelletto "normale" che poi tanto normale non deve essere se si mostra così incapace di comprendere con amore le menomazioni altrui al punto da non desiderare di correggerle o eliminarle fisicamente o socialmente con ghettizzazioni, emarginazioni, esclusioni, lagherizzazioni e camere a gas.


Siccome la vita e il sentimento di ogni persona è unico e irripetibile va rispettato profondamente per la sua diversità unica. Se davvero il mondo fosse abitato da esseri tutti uguali, tutti capaci, tutti forti, sarebbe un mondo triste, un mondo desertificato dalla possibilità di scambio.
L'amore giustifica tutto e l'aberrazione risiede nel non amore. L'amore trova incredibilmente arricchente quell'esperienza degli assistenti sociali che riescono a restare vicino alle persone portatrici di handicap e di ritardo mentale.
Il non amore è soltanto capace di non riconoscere questo scambio arricchente e lo trasforma nell'orribile affermazione che chi è menomato è prettamente inutile e pesa enormemente sulla società "sana".
Ammesso di riuscire a individuare la salute mentale di chi è capace di partorire una tanto orribile affermazione, è possibile constatare una menomazione in questi esseri superiori ancora più orribile di tutti gli handicap fisici e psichici :
la menomazione del cuore. Per chi non ci arrivasse non si vuole qui intendere affatto il cuore come entità pulsante fatta di carne e sangue, ma come entità sensibile fatta di commozione e empatia verso chi soffre.