sabato 10 agosto 2013

LA VERITà NON è Nè UNA Nè SEMPLICE

Esistono le verità assolute nell'universo ?

No, non esistono e non possono esistere perché l'universo si esprime secondo la diversità.
Questa diversità è tale che ogni cosa che si viene a formare e a creare nell'universo non è mai uguale a se stessa, al massimo potrà essere simile.
Non esiste quindi ad esempio una tartaruga uguale ad un altra tartaruga, come non esistono due gemelli perfettamente uguali. Sandro e Roberto ad esempio sono due gemelli praticamente identici a prima vista, eppure sono due persone distinte una dall'altra. Una si chiama Sandro, tanto per cominciare e, l'altra si chiama Roberto.
L'occhio ci inganna, li potremmo scambiare l'uno per l'altro per l'incredibile somiglianza che i due gemelli riportano fin dalla loro nascita. Eppure Sandro resterà diverso da Roberto nella sua individualità irripetibile.
Tanto per cominciare Sandro è più introverso del fratello e anche un po più timido. Sandro ha sposato Laura mentre Roberto ha sposato Giovanna. La loro esistenza rimane diversificata in più di un'aspetto.
Come mai Sandro non si è innamorato di Giovanna ? I due pur essendo identici hanno scelto ognuno una propria compagna.
Giovanna inoltre è una ragazza di colore e invece Laura è una ragazza italiana.
Perché Roberto ha scelto una ragazza di colore se suo fratello gemello ha scelto una ragazza italiana ?

E' davvero quasi impossibile trovare verità assolute nell'universo.
Le classi, le categorie, sono soltanto fumo negli occhi di chi non sa guardare oltre. Rassegnatevi assolutisti, l'universo si muove nel senso del relativismo universale.

Prendiamo ad esempio i colori che tanto sono menzionati da coloro che sostengono l'esistenza di verità assolute.
Prendiamo un colore come ad esempio il rosso. Tutti quanti possiamo constatare che il rosso è rosso. Questa sembrerebbe una verità assoluta. Il rosso è rosso e non è di un altro colore.
Eppure dovremmo iniziare ad escludere i daltonici e i ciechi. Per entrambe il rosso ha scarso significato giacché non potrà essere percepito.
I daltonici lo vedono verde mentre i ciechi che lo sono dalla nascita non lo hanno mai visto. Non per questo vivranno una vita meno completa di coloro che hanno potuto vedere il colore rosso. Anche loro mangeranno di gusto un pomodoro pachino anche se non sanno di che colore è.

Gli assolutisti invece avrebbero accettato soltanto quella umanità in grado di vedere il rosso mentre avrebbero escluso tutti coloro a cui non è data questa possibilità.
Il relativista invece pensa che non è così importante sapere che cosa è il rosso se poi resta il fatto del poter gustare il pomodoro pachino con lo stesso entusiasmo di chi ne può sperimentare anche il colore.
Per un cieco totale quel pachino può anche essere blu, rimane il fatto che al suo palato risulterà dolce lo stesso.
Per lo stesso motivo un omosessuale che ama una persona dello stesso sesso sperimenterà la stessa felicità dell'eterosessuale che ama una persona di sesso diverso.
Per lo stesso motivo Roberto prova lo stesso piacere a stare con Giovanna, ragazza di colore, parimenti a suo fratello Sandro che intrattiene invece una relazione d'amore con una ragazza italiana.

Eppure chi ama vedere la realtà suddividendola per categorie, ama le generalizzazioni e ama fare distinzioni che oltre a divenire inopportune possono nascondere un certo grado di pericolosità.
Possono nascere spesso quei luoghi comuni atti ad etichettare quella determinata categoria sociale o quel determinato gruppo etnico.

Nascono così le colpe degli innocenti soltanto perché portano quel colore della pelle o osano innamorarsi di un partner dello stesso sesso.

O peggio vedono la perversione dove la perversione non c'è. La vedono necessariamente negli omosessuali e la vedono nelle etnie del terzo mondo definendole portatrici di sottosviluppo. Sono altrettanto allergici ai portatori di handicap, ai ritardati, agli "involuti" come essi li definiscono e non considerano quanta umanità e sensibilità può esserci dietro queste persone meno fortunate di chi è dotato di intelletto "normale" che poi tanto normale non deve essere se si mostra così incapace di comprendere con amore le menomazioni altrui al punto da non desiderare di correggerle o eliminarle fisicamente o socialmente con ghettizzazioni, emarginazioni, esclusioni, lagherizzazioni e camere a gas.


Siccome la vita e il sentimento di ogni persona è unico e irripetibile va rispettato profondamente per la sua diversità unica. Se davvero il mondo fosse abitato da esseri tutti uguali, tutti capaci, tutti forti, sarebbe un mondo triste, un mondo desertificato dalla possibilità di scambio.
L'amore giustifica tutto e l'aberrazione risiede nel non amore. L'amore trova incredibilmente arricchente quell'esperienza degli assistenti sociali che riescono a restare vicino alle persone portatrici di handicap e di ritardo mentale.
Il non amore è soltanto capace di non riconoscere questo scambio arricchente e lo trasforma nell'orribile affermazione che chi è menomato è prettamente inutile e pesa enormemente sulla società "sana".
Ammesso di riuscire a individuare la salute mentale di chi è capace di partorire una tanto orribile affermazione, è possibile constatare una menomazione in questi esseri superiori ancora più orribile di tutti gli handicap fisici e psichici :
la menomazione del cuore. Per chi non ci arrivasse non si vuole qui intendere affatto il cuore come entità pulsante fatta di carne e sangue, ma come entità sensibile fatta di commozione e empatia verso chi soffre.



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