giovedì 4 aprile 2013

COREA DEL NORD : PERCHE' MINACCIA GLI STATI UNITI ? CONOSCIAMOLA MEGLIO

Le ultimissime :

Sta raggiungendo vette critiche il braccio di ferro tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti d’America. L’esercito nordcoreano avrebbe ricevuto il definitivo via libera per un attacco alle basi USA con missili nucleari.

La decisione sarebbe arrivata direttamente dal dittatore coreano kim jong un. Il fantasma di un conflitto atomico, non era così concreto dallacrisi dall’aprile del 1961, quando l’ex Urss, per scongiurare l’invasione di Cuba da parte degli Stati Uniti, dispiegò sulle coste dell’isola diverse batterie di missili nucleari.

UN PO' DI STORIA :

Amnesty international inserisce la Corea del Nord tra i paesi la cui popolazione è la più brutalizzata del mondo a causa del severo regime dittatoriale che limita fortemente le libertà e i diritti degli individui.
La presenza degli Yodok ( veri e propri campi di prigionia simili ai lager ) nei quali avvengono omicidi, stupri, torture, aborti forzati, lavori forzati ed esperimenti medici, proiettano questo paese all'indietro verso i terribili totalitarismi del '900. 
Da un paese ancora così poco sviluppato nei diritti umani e nell'etica democratica, non ci si poteva aspettare altro che una seria minaccia di attacco nucleare. 
Amnesty international grazie a delle riprese satellitari ad alta definizione e alle interviste rivolte a chi è riuscito ad evadere dagli Yodok, nel 2011 ha constatato ancora la presenza delle dure condizioni di schiavitù e di punizione che avvengono in questi campi.
I rapporti della Corea del Nord con gli usa sono stati sempre difficili e le continue minacce nucleari degli ultimi anni non sono una novità. Nel 1993 avvenne un lancio di un missile Rodong nel mar del Giappone, nel 2003 la Corea del N. si ritirò dal trattato di non proliferazione nucleare ( TNP ).
Successivamente ad un periodo nel quale le tensioni sembrarono volgere verso la pace e la riunificazione con la Corea del Sud, la situazione tornò ad essere calda nel 2006, quando la C. del N. testò con un lancio, 6 missili balistici scatenando una condanna da parte dell'intera comunità internazionale.


Anche la repubblica popolare cinese condannò questo evento rompendo i  rapporti di alleanza che aveva mantenuto fino ad allora. Il risultato fu una serie di sanzioni economiche che di fatto si tradussero in un embargo.
Nel 2007 la corea si trovò così a dover fare un passo indietro per ottenere petrolio e incentivi economici. In cambio di petrolio e di 400 milioni di dollari accettò di smantellare i suoi impianti nucleari e di consentire agli ispettori internazionali dell' AIEA di entrare nel paese.
Questo disarmo nucleare tuttavia era destinato ad incontrare numerosi ostacoli e difficoltà. 
L'aggravamento della crisi alimentare valse una marcia indietro rispetto ai passi che erano stati fatti nel senso del disarmo e di fatto il governo coreano decise di ricominciare l'arricchimento del reattore al fine di produrre armi nucleari, mentre gli ispettori furono allontanati.
Nel 2008 ci fu una nuova apertura al disarmo, tuttavia destinata a decadere appena un anno dopo, nell'aprile del2009.
Da quella data il governo coreano annunciò all'ONU la sua intenzione di riprendere il programma nucleare.
Il 2011 fu l'anno delle terribili proteste dei cittadini coreani che reclamavano cibo ed elettricità. Il governo rispose a tali proteste con una durissima repressione della polizia, che si tradusse in violenti scontri con alcuni morti e molti feriti.
La morte del leader Kim Jong II avvenuta il 17 dicembre 2011 non ha fatto altro che peggiorare le cose. Il suo successore, ovvero il terzogenito Kim Jong Un ha dimostrato subito una politica aggressiva fatta di test missilistici.
Dopo aver epurato i capi dell'esercito, il nuovo leader si è fatto nominare maresciallo con la chiara intenzione di voler guidare di persona l'affare militare.
Il 12 dicembre 2012 Kim Jong un ha fatto eseguire un lancio in orbita di un missile per dimostrare alla comunità internazionale quanto la Corea del Nord fosse divenuta in grado di colpire anche nazioni lontane. 
Da quel lancio il mondo avverte sempre più il pericolo del fanatismo nord coreano e della sua folle volontà di minacciare gli Stati Uniti e i suoi alleati.
Questa dimostrazione di forza assolutamente ottusa non fa altro che aumentare il solco dei rapporti diplomatici, già aggravato dai trascorsi storici. 
Allontanando ogni possibilità di dialogo e di soluzione dei problemi, la posizione di minaccia della Corea Settentrionale non fa altro che mettere tutti in serio pericolo di una catastrofe.
Il fanatismo del Leader è votato ad un atteggiamento di distruzione che non gioverà a nessuno.

Puntare un arma così potente e distruttiva non farà guadagnare nulla al governo coreano. Le dimostrazioni di forza che sanno di follia non si traducono in nulla di utile per nessuno. In realtà puntare un arma nucleare contro il nemico è come puntarla anche contro se stessi ed è questo che il Leader coreano non sta comprendendo. Non si fa esplodere una bomba così potente senza il rischio di farsi male a propria volta.
Qui non si tratta di giocare a chi spara per primo, in una guerra nucleare questa logica è priva di ogni senso. Innescare un conflitto nucleare non è come partecipare ad un duello nel quale uno dei due esce vincitore.
Ha piuttosto il significato di procurare la morte senza possibilità di sfuggire al fatto di autoprocurarsela.
Il governo coreano e il suo leader non può stupidamente essere convinto di colpire gli stati uniti senza rimanerne a sua volta colpito. Non avverrà infatti nulla di simile a ciò che avvenne in Giappone nel 1945. Li si colpiva un paese che non disponeva ancora di armi nucleari e quindi non poteva rispondere all'offesa subita.
Qui invece si rischia di fare la fine dei duellanti che sparano dentro una polveriera che rischia di saltare in aria alla prima scintilla.
E' insomma un duello che non porterebbe da nessuna parte. Anche gli Stati Uniti dovrebbero farsene consapevoli e cercare di assolvere ad alcune istanze del governo coreano. Nessuno minaccia una guerra gratuitamente senza avere delle istanze da avanzare alla controparte. Dobbiamo veramente credere che in questo tira e molla del leader coreano ci sia soltanto odio antiamericano ?
Potrebbe essere ! Il Bimbo Kim ha fatto sempre la vocina grossa da quando è salito al potere. Ora bisogna vedere le vere ragioni per cui lo fa ?
Probabilmente è ben consapevole di essere l'ago della bilancia tra i poteri internazionali e questa stessa consapevolezza lo fa optare per la "guerra" psicologica. Non se ne verrà fuori se non si cercano accordi intrnazionali concreti e risolutivi tra tutte le parti.



Secondo l’agenzia ufficiale di PyongyangKcna – “Un attacco nucleare nordcoreano é possibile e le minacce americane saranno ‘distrutte’ anche con mezzi nucleari, che sono stati già esaminati e ratificati. Il momento dell’esplosione si sta avvicinando, rapidamente“- e conclude ancora Kcna -”Nessuno può dire se una guerra esploderà o no in Corea e se esploderà oggi o domani“.
Gli Stati Uniti avrebbero nel frattempo inviato un sistema di difesa antimissile denominato Terminal High Altitude Area Defense (Thaad), per proteggere la base militare da eventuali missili nordcoreani a breve e medio raggio a Guam, nel Pacifico, al largo delle Filippine. Da parte sua la Casa Bianca, attraverso la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Caitlin Hayden, chiede alla Corea del Nord di smetterla con le minacce provocatorie  e di conformarsi agli obblighi internazionali.







ORA VEDIAMO CHI è kim Jong Un : Secondo un quadro psicologico Kim è un ragazzino non ancora cresciuto, allevato nel vizio e nel lusso estremo, che sta giocando alla guerra reale credendo di giocare con i videogame :



 Kim Jong Un, in fondo, è un trentenne come tutti gli altri.Ama il cinema, la musica, il baseball, ma da quando ha deciso di mettere da parte i videogame e dedicarsi alla guerra reale, il mondo si è spaccato in due. Da una parte c’è chi vede in questo Pol Pot in miniatura, una minaccia reale, un pericolo globale, l’incarnazione del male. Dall’altra parte, c’è chi lo ritiene un ciarlatano, un pallone gonfiato di propaganda, un bulletto di periferia Asia Nord che deve mostrare i muscoli per superare un dissenso interno sempre più forte (e sempre meno evidente, visto che della Corea del Nord non si sa praticamente nulla se non che esiste e ha dei missili).
Qualcuno, alla morte del Caro Leader, vide in lui una speranza di democrazia, addirittura l’uomo che avrebbe traghettato la Corea del Nord fuori dall’immobilismo dittatoriale in cui si è auto reclusa. Ma, a meno che sui missili nucleari non siano caricati fuochi d’artificio per festeggiare la primavera con gli abitanti dell'isola di Guam, le sue ultime prodezze escludono decisamente questa ipotesi.
La verità, probabilmente, sta nel mezzo. Kim Jong Un è un trentenne dall’aspetto sfigato, cresciuto e svezzato in Svizzera a cartoni animati, lusso, hamburger e champagne. Amante del basket e delle belle donne, amico di Magic Johnson e Kobe Bryant. Ha vissuto in Occidente il buona parte della sua vita, le cronache ci raccontano di uno studente attento e sveglio, un po’ nerd, ma del tutto simile agli altri figli di che affollano i collegi più esclusivi di Berna. 

FOTO DAL WEB
Ma Kim è anche figlio del suo Paese. E’ il prediletto di Kim Jong-Il, il Caro leader, che, secondo i libri di scuola ufficiali coreani, lasciò la vagina della madre sei mesi prima del termine. Fece tutto da solo, senza l’aiuto di un ostetrico o di un dottore. I medici, umiliati, dovettero lasciare in lacrime la Penisola. E’ il frutto di un sistema di potere “celestiale” dove in cima alla piramide c’è un leader realmente avvolto di un’aura mistica. E’ il motore di una propaganda che serve da collante sociale per una nazione dove i bambini all’asilo disegnano carri armati che schiacciano gli americani invece di principesse e draghi.
Quello che preoccupa davvero, è che nessuno sappia cosa abbia realmente in testa. Visto da lontano sembra un bimbominkia che ha visto troppi film di supereroi o si sente come in War Games a organizzare una guerra termonucleare globale. Un ragazzino che invece di una console con un videogame di guerra, ha in mano un joypad che fa partire dei missili veri. A proposito: tre anni fa uscì un videogioco di nomeHomefront. Ipotizzava che la Corea del Nord, in un futuro prossimo, invadesse gli Stati Uniti e conquistasse il mondo. Sicuramente è uno dei giochi preferiti di Kim Jong Un. Soprattutto la prima parte, dove le bandiere americane bruciano e sui palazzi vengono issate quelle Nordcoreane. Pare che Kim, però, giochi sempre e solo la prima parte. Non è mai arrivato in fondo: altrimenti saprebbe che i cattivi, alla fine, perdono sempre.






Nessun commento:

Posta un commento