venerdì 5 luglio 2013

IL POTERE PERVERSO




L'ultimo film di Pier Paolo Pasolini risalente al 1975 ispirato parzialmente al romanzo del Marchese De Sade. Si tratta di un film molto dibattuto e avversato dalla critica per la sua crudezza e violenza che vi sono rappresentate. Storicamente collocato nel periodo della fine della seconda guerra mondiale nell'Italia repubblichina, Pasolini immagina un mini-stato, creato all'interno di una villa abbandonata, ancora più crudo della dittatura fascista, la cui unica regola è quella della depravazione sadomasochistica e della tortura delle vittime.
Quattro signori aderenti alla repubblica nazifascista scelgono di trasformare la loro villa occupata in un teatro di follia e di depravazione.
Tutto prosegue secondo un programma e regole prestabilite, sono regole ovviamente tutt'altro che etiche.
Due narratrici scandiscono gli atti di depravazione sempre più atroce e meschina a danno delle vittime. Finchè non si giunge al tragico epilogo dell'esecuzione finale e definitiva dei prigionieri.
Le macabre giornate hanno come unico scopo quelle di soddisfare il sadismo dei quattro signori repubblichini : Un banchiere, un giudice, un vescovo e un duca.

Per via delle scene scabrose e pornografiche si consiglia la visione del film ad un solo pubblico maggiorenne.


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Pasolini sostenne di aver voluto rappresentare con questo film, non una critica nuda e cruda al Fascismo in stretto senso, ma al potere, rappresentandolo nel momento esatto in cui questo, alienandosi da ogni umanità, diviene capace di qualsiasi atto orribile contro la dignità dell'uomo.
La violenza sessuale vuole essere metafora dell'uso delle persone da parte del potere. In mano al potere diventiamo tutti dei manichini inermi, e ciò può avvenire consapevolmente o inconsapevolmente. A quel punto chi ha potere si trova a poter abusare arbitrariamente della nostra vita, del nostro corpo e di tutto il nostro essere, fino a mostrarsi capace di deprivarlo della dignità.
Pasolini nella sua critica riflette sul sistema capitalista mostrando di non fermarsi all'ambientazione fascista del suo film. Il capitalismo ha portato alla mercificazione di ogni cosa, anche dei corpi e dell'abuso e il sopruso di questi da parte del potere e delle multinazionali.
I corpi divengono i manichini al servizio delle multinazionali e le multinazionali dettano perversamente le loro regole sui corpi. Ne vengono decisi canoni di bellezza, caratteristiche e comportamenti, mentre tutto ciò che non rientra in questi canoni viene rigettato.
Alle vittime di questo perverso gioco non resterà che adeguarsi : pena l'esclusione dalla sopravvivenza.
Fino alla perversa convinzione di essere liberi in un teatro di imposizione programmata dove la vita delle masse è stata già decisa a tavolino senza che nessuno possa sfuggirvi o ribellarsi concretamente.
Spersonificate, le persone vittime del sistema perverso, perdono la loro singolarità ed il loro valore. Sono tutte maledettamente omologate all'unica regola del sistema perverso.
Non hanno possibilità di fuga a meno che di non ribellarsi efficacemente in massa riappropriandosi della propria dignità.
Ma nessuno sembra veramente in grado di farlo. I perversi approfittano della debolezza dei singoli e del loro potere per far andare avanti e inesorabilmente la loro macchina perversa. 
 
Dopo lunghe traversie giudiziarie, nel 1991 fu riconosciuta la piena dignità artistica del film che gettò scandalo nella critica cinematografica.
Rimane tutt'oggi un film vietato ai minori di 18 anni. Eppure questo è un film che fa davvero riflettere su quanto può essere perverso il potere quando non può essere frenato da alcun procedimento penale. E' il caso delle dittature come lo fu quella fascista e quella Stalinista. Qui ovviamente Pasolini si concentrava su quella fascista. E se alcuni vogliono vedere in Pasolini un comunista convinto che ce l'ha con gli abusi del fascismo, non si potrà fare a meno di leggere la vera denuncia di questo film.
Non si tratta di questa o quella dittatura o questa o quella appartenenza politica. Si tratta piuttosto di un certo atteggiamento fin troppo adottato nella storia da chi ha avuto nelle proprie mani un potere talmente illimitato da poter farne quello che voleva.
Se ci guardiamo bene intorno noteremo che questa storia non appartiene soltanto al passato, ma continua anche ai giorni nostri.
Non ci sono forse prelati che abusano della loro carica per rubare, sodomizzare, abusare sessualmente ?
Non ci sono forse multinazionali nel mondo che adottano regimi lavorativi degni della peggiore schiavitù e sfruttamento ?
Certo nella nuova dittatura del capitalismo e del consumismo nessuno obbliga le attrici porno a mercificare il loro corpo. Esse credono di essere donne libere, emancipate, ma in realtà il sistema le ha condotte ad una vita alternativa. I soldi percepiti da queste donne ricoprono piacevolmente di rosa il fatto di doversi vendere al sistema della pornografia.
E se parlare di vittime inconsapevoli potrebbe risultare certamente eccessivo, va da sè che almeno queste "bambole" del sistema capitalista sono compiacenti di essere utilizzate dal sistema. Ed è in questa compiacenza che sta la loro perversione sadomasochistica.
La dittatura capitalista infatti non impone, non costringe, anzi è ammantata di libertà e di democrazia. Ma tutta questa libertà e democrazia sono la sostituzione di un sistema sano soppiantato dal sistema perverso. 
L'unica vera libertà lasciata dal sistema capitalista infatti è quella di omologarsi ad esso, mentre tutte le altre alternative sono escluse a priori. 
Un individuo che vive dentro questo sistema di fatto non si sente minacciato nella sua libertà. Non ci sono Gerarchi che vengono a deportarti, non c'è nessun sistema coercitivo direttamente violento. Il capitalismo non è una dittatura in stretto senso composta da un corpo militare palese volto a ristabilire l'ordine non appena si sgarra.
Le minacce sono più indirette e più sofisticate, della serie :

Benvenuti nella dittatura orwelliana di 1984

Gli escrementi che nel film di Pasolini i nazifascisti fanno mangiare alle vittime non sono poi così lontane dalle ecomafie e da tutti quei danni ambientali che il capitalismo sta procurando in giro per il mondo trasformando l'ambiente e il cibo che mangiamo in rifiuti tossici.
Chi vive nelle zone più inquinate di Italia e del pianeta sa a cosa si intende fare riferimento.
Pensiamo che questo film può essere letto oltre ogni riferimento politico. Pasolini certo lo scrisse in anni in cui lo scontro tra fascismo e comunismo era ancora forte nel nostro paese. Erano gli anni in cui le due ideologie si stavano già dissolvendo nell'apatia del cinismo generale. Un cinismo che però la dice lunga sui tempi che dovevano arrivare.
Tempi profetizzati dal film, tempi in cui chi ha il potere ha anche la corruzione per fare del popolo minuto quello che gli pare.
   



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